Dall’economia circolare all’economia blu
Non solo economia circolare. Avete mai sentito parlare di green economy? Quell’economia cioè attenta all’ambiente. Le esigenze dei consumatori (e dei cittadini) però sono in costante evoluzione e ultimamente sta crescendo l’interesse anche verso la blue economy, ovvero l’economia blu: un modello di business che estende i principi di sostenibilità e riuso propri dell’economia circolare, proponendo valori che possono contribuire alla creazione di nuovi modelli di business in grado di coniugare “sostenibilità ambientale” e “redditività”.
Come afferma il manifesto ufficiale, “utilizzando le risorse disponibili in un sistema a cascata, (…) lo spreco di un prodotto diventa l’input per creare un nuovo flusso di cassa”. L’economia blu suggerisce che possiamo modificare il modo in cui gestiamo i nostri processi industriali e affrontiamo i problemi ambientali, allontanandoci dall’uso di risorse ad alto costo energetico per cercare soluzioni basate su tecnologie più semplici e più pulite. La risposta alle crisi è dunque concentrarsi sul generare più valore con quello che si ha a disposizione. Dobbiamo trarre ispirazione dal funzionamento della Natura, sostiene l’economia blu, che non produce rifiuti e si adatta ai cambiamenti con resilienza.
Se imitiamo il modo in cui gli ecosistemi trasformano ogni cosa, potremo arrivare ad avere innovativi processi produttivi sostenibili, capaci di creare posti di lavoro, contribuendo alla ricchezza di un territorio nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità.
Il video (in inglese) spiega in 3 minuti e mezzo i concetti chiavi della blue economy e la differenza con la green economy.
Un’intervista a Gunter Pauli (sottotitolata in italiano), teorizzatore della Blu Economy, ci rivela che cosa possiamo produrre con che cosa abbiamo a disposizione a partire dalla coltivazione dei funghi con i residui del caffè! Una società che vuole produrre localmente non si può limitare a trasformare un solo rifiuto in un solo prodotto. Dobbiamo guardare alla Natura, sostiene Pauli: “una foglia sull’albero non sta lì solo per catturare il sole, ma anche per tirare l’acqua attraverso il fusto dell’albero, per generare cibo per le formiche e per fare ombra”.