Tre “prodotti circolari”!

Addio alla pellicola da cucina

Apepak è un materiale ecologico e naturale al 100%, nato a Castelfranco Veneto e composto da fibra di cotone, olio di jojoba e cera d’api. Un’alternativa non inquinante alla pellicola da cucina! Il cotone biologico di Apepak è certificato Global Organic Textile Standard; mentre, la cera d’api, la resina di pino e l’olio di jojoba sono prodotti di aziende italiane. L’innovativo prodotto è opera della cooperativa Sonda.

A prima vista Apepak sembra un normale panno di cotone, in reltà risulta modellabile, resistente all’unto ed alle perdite, dunque perfetto per gli alimenti! E non si getta via dopo l’utilizzo! Inoltre, il suo tessuto è traspirante, che lo rende perfetto per la conservazione di pane, biscotti o crostate che non correranno, dunque, il rischio di diventare molli a causa dell’umidità. Ottimo anche per mantenere freschi frutta e formaggi. Il risparmio stimato è di 9 kmq di involucri di plastica l’anno! Inoltre, con il suo acquisto, si sostiene l’agricoltura biologica di cotone, dando anche nuova vita agli avanzi dei laboratori tessili italiani. Il prodotto è ancora in fase di produzione e sperimentazione.

La farina di caffè

Belliveau è un ingegnere che ha contribuito alla progettazione di stabilimenti per General Motors, Frito-Lay e Starbucks, tra gli altri. Mentre aiutava ad automatizzare la torrefazione e l’imballaggio delle piante, si imbatté in un grosso problema: lo spreco di caffè.

In particolare, Belliveau si accorse che avanzano miliardi di chili di polpa rossastra, noti come ciliegie di caffè, dopo che i chicchi di caffè vengono estratti dai loro gusci. Una parte viene usata per preparare il tè, un’altra ancora viene trasformata in fertilizzante, ma la maggior parte si accumula intorno ai mulini del caffè e inquina i corsi d’acqua nelle vicinanze.

Perché, si chiese Belliveau, non si potevano trasformare i rifiuti in qualcosa di utile?

La ricerca di una risposta lo portò alla fine a inventare la farina di caffè – un alimento nutriente e senza glutine, fatto con le ciliegia di caffè, che può essere usato per cucinare biscotti, brownies granola, caramelle e persino cioccolato. Se la farina di caffè diventasse un successo planetario, potrebbe aiutare a risolvere un problema ambientale e a integrare il reddito dei coltivatori di caffè. Bellieveau è il fondatore della Coffee Cherry Co.

 

In perfetto equilibrio

Back to the Roots, Inc. è una società americana di proprietà privata con sede a Oakland, in California. Uno dei primi prodotti Back to the Roots è stato il kit “coltiva i tuoi funghi”. Il kit prevede l’utilizzo di residui di caffè come substrato per far crescere i funghi, sistemati in una scatola di cartone. Alla fine del 2011, ogni settimana l’azienda riutilizzava 20.000 pound di residui di caffè.

L’azienda oggi produce una linea di kit per giardinaggio e per acquari per acquaponica (agricoltura mista ad allevamento sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica) per la produzione di funghi biologici, erbe e verdure a casa. I rifiuti organici prodotti dai pesci concimano le piante sopra l’acquario e le piante puliscono l’acqua, quindi sono necessari cambiamenti minimi di acqua. Dopo circa 10 giorni, si può iniziare a raccogliere i semi di microgreen biologici.

 

Conoscete altri prodotti che valorizzano gli scarti? Li utilizzate? Riuscireste ad inventarne uno?

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